Per alcune vie del centro di Milano sfilerà per l’occasione un allegro
corteo, accompagnato dalla musica della BANDA DEGLI OTTONI A SCOPPIO.
IL CORTEO PARTIRÀ ALLE 10 DA VIA 25 APRILE E CONCLUDERÀ IL TRAGITTO ALLE 13 PRESSO LA STECCA IN VIA GAETANO DE CASTILLA, 26.
Gli organizzatori e promotori dell’iniziativa – Comitato lombardo per la
Vita Indipendente delle persone con disabilità, Abbatti le Barriere,
Disabili Pirata e ComodalBasso – chiedono:
* finanziamenti sufficienti per assumere assistenti personali
e norme che lo prevedano,
* investimenti per abbattere le barriere architettoniche e per impedire che ne vengano costruite di nuove,
* parità di accesso a scuola, lavoro, casa, trasporti, sanità, servizi urbani e tutto quanto una società civile mette a disposizione di tutti i cittadini e le cittadine;
e ci ricordano che la disabilità è solo una delle tante caratteristiche che
contraddistinguono gli uomini e le donne della nostra specie. Le diverse
disabilità comportano diversi tipi di svantaggi, che, secondo la
Costituzione italiana, vanno superati per il raggiungimento di una pari
dignità sociale e del pieno sviluppo della persona umana. Questi obiettivi
possono essere conseguiti soltanto assicurando alle persone con disabilità
il diritto a una VITA INDIPENDENTE, affinché possano autodeterminare la loro esistenza e fare delle scelte come tutte le persone libere e uguali.
Ancora oggi purtroppo le persone con disabilità sono considerate un
imprevisto. Di conseguenza le società e i governi non sono preparati ad
accoglierle e mettono a disposizione soluzioni organizzative ancora
inadeguate o addirittura ostili. I risultati sono: discriminazione,
emarginazione, segregazione, umiliazione e sofferenza.
Si può essere segregati in casa propria se non c’è un’assistenza personale o gli ausili giusti per poter uscire di casa quando lo si desidera o quando necessita; così come è emarginante essere inseriti in qualche residenza, struttura, comunità, perché non ci sono alternative. È umiliante e discriminante non poter accedere, per la presenza di barriere architettoniche o per la mancanza di assistenti personali che ci accompagnino o rimangano a disposizione per bisogni e necessità, ai luoghi dove vanno tutte le altre persone.
C’è chi dice che è una questione di costi, ma non è così. È una questione di
modo di pensare, di cultura. I costi ci sono, devono esserci, perché i
lavoratori vanno pagati. Il problema è: per fare cosa? Non certo per
confezionare le persone con disabilità come patetici bambolotti lavati, vestiti e piazzati davanti a un televisore o “animati” con giochetti di società, ma per permettere loro di essere se stesse, di esercitare la propria capacità di autodeterminazione, come ogni essere umano vorrebbe.
È un sentiero che tutte e tutti dobbiamo calcare sia per solidarietà che per investimento sul proprio futuro: attendiamo al corteo tutte le persone che antepongono la libertà e la dignità umana a qualsiasi altro obiettivo!