COVID-19 Lettere alla Regione su problemi burocratici e di assistenza personale

Buongiorno Assessore Bolognini e Direttore Daverio,

riguardo alla misura B1, stamane ho parlato con un assistente sociale di un ATS, non faccio nomi per correttezza e mi ha detto che c’è un bel po’ di caos.

Molte persone non sanno cose fare, poiché i CAF sono più o meno chiusi quindi non riescono ad avere l’ISEE, dai medici non riescono ad avere le dichiarazioni di salute e da parte dell’ATS non riescono a fare le valutazioni multidimensionali.

Ci sono inoltre ATS che sollecitano le domande con i documenti entro date  non citate nella DGR (es 12 marzo,18 marzo,etc).

Esprimo ciò che penso: ma è possibile che in Italia ognuno interpreta ciò che gli viene prospettato o deliberato nel modo non corretto.

Penso che un dirigente dall’ATS o ASST  se non capisce (e può succedere) una delibera, debba avere il dovere sacrosanto di informarsi alla fonte, cioè farsi spiegare, da chi ha emesso la delibera, il giusto comportamento.

Lo chiedo da volontario SLA, che si è attenuto a quanto richiesto dalle nostre associazioni di sospendere le attività di qualsiasi tipo nel  fare del volontariato normale ma cercare di aiutare le persone via telefono o skype o altro e noi rispettiamo scrupolosamente ciò che ci viene consigliato,

Chiedo quindi di fare se è possibile una integrazione alla delibera, in cui si dica che per questioni di ordine nazionale, si accettano le domande anche senza documenti, che potranno essere consegnati dagli utenti anche al di fuori della data del 31 MARZO e che le domande inviate non saranno respinte anche di assenza di alcuni documenti, ma  ovviamente chiedere agli utenti una possibile data coerente con i momenti che stiamo vivendo.

Non basta mettersi la divisa per comandare, ma occorre il buon senso.

Scusate, ma sono stanco di quanto avviene nel nostro paese e spero che tutto ritorni nella nostra normale quotidianità che è già difficile,

saluti

Giancarlo Laudenzi associazione Aldo Perini Onlus

************

Spett.li Ass.ri Bolognini e Gallera

e copia per conoscenza

Spett.le Dir. Generale Politiche Sociali, abitative e disabilità
Daverio

Aggiungiamo al messaggio del Signor Laudenzi alcune segnalazioni che ci arrivano dai nostri associati, tutte persone con disabilità, permettendoci anche qualche suggerimento:

1) a causa del Corona virus molti di noi che vivono da soli nella propria abitazione hanno dovuto rinunciare all’aiuto dei volontari per tutelare sia loro, che se stesse. Questo produce angoscia anche tra gli assistenti personali che, oltre che la normale paura di essere infettati e di infettare noi, soggetti più a rischio, devono accollarsi anche il lavoro notturno e serale, o comunque tutto ciò che non viene coperto nel normale orario lavorativo.

Per noi il timore è che non reggano allo stress e che, di conseguenza, scelgano di restare a casa lasciandoci con la grossa difficoltà di trovare chi li sostituisca, quando addirittura nell’impossibilità di farlo. La soluzione sta nel suddividere il lavoro oppure nel dare incentivi economici, entrambi i casi presuppongono significativi costi più gravosi.

2) c’è chi tra noi può contare sull’aiuto di un caregiver familiare che assicura l’assistenza in alcune fasce della giornata, ma che frequenta luoghi di lavoro affollati come, ad esempio, le case di riposo, col rischio di cui sopra. Questi familiari potrebbero usufruire del congedo straordinario previsto dalla legge 388, ma a questo punto si pone una scelta tragica: mettere a rischio la vita del proprio familiare continuando a lavorare nella RSA o creare grossi disagi al luogo di lavoro e alle persone che da esso dipendono.

Noi crediamo che nel caso 1) sia necessario assicurare maggiori risorse economiche o in alcuni casi sospendere il pagamento di tasse, mutui e bollette, aggiungendo risorse pubbliche anche a deficit e chiedendo che non venga considerato debito pubblico neppure dall’unione europea.

Crediamo che anche nel secondo caso debbano essere destinate risorse in aggiunta per sostituire nella RSA i lavoratori che hanno funzioni di caregiver familiare affinché questi ultimi possono tranquillamente rimanere a casa con il loro congiunto con disabilità, mentre le case di riposo possano sostituirli assicurando turni di lavoro sostenibili.

Distinti saluti,

Comitato Lombardo per la Vita Indipendente delle persone con disabilità