Lettera consegnata all’assessore Brianza e il presidente Rolfi

Martedì 22 novembre 2016 il Comitato Lombardo per la Vita Indipendente è stato ricevuto in regione Lombardia dal Assessore al Reddito di autonomia e Inclusione Sociale Francesca Brianza, il Presidente della III Commissione Sanità Fabio Rolfi. Di seguito il testo e in fondo troverete il file PDF.

”                                                                                                                                                                                     Gentilissimi

                                                                                                                                                                                       Assessore Brianza Francesca

                                                                                                                                                                                       Assessore Gallera Giulio

                                                                                                                                                                                       Al presidente della III commissione sanità

                                                                                                                                                                                       Rolfi Fabio

Oggetto: proposte per il nostro incontro con i rappresentanti regionali:

Con la presente vi sottoponiamo le seguenti istanze per definire meglio gli interventi a favore delle persone con disabilità nella nostra regione.

Visto che l’ONU all’articolo 19 dice:

  1. Il Comitato è seriamente preoccupato per la tendenza a re-istituzionalizzare le persone con disabilità e per la mancata riassegnazione di risorse economiche dagli istituti residenziali alla promozione e alla garanzia di accesso alla vita indipendente per tutte le persone con disabilità nelle loro comunità di appartenenza. Il Comitato inoltre nota con preoccupazione le conseguenze generate delle attuali politiche, ove le donne sono “costrette” a restare in famiglia per accudire i propri familiari con disabilità, invece che essere impiegate nel mercato del lavoro.
  2. Il Comitato raccomanda:
  3. a) di porre in atto garanzie del mantenimento del diritto ad una vita autonoma indipendente in tutte le regioni; e,
  4. b) di reindirizzare le risorse dall’istituzionalizzazione a servizi radicati nella comunità e di aumentare il sostegno economico per consentire alle persone con disabilità di vivere in modo indipendente su tutto il territorio nazionale ed avere pari accesso a tutti i servizi, compresa l’assistenza personale.

Chiediamo che l’eventuale capitolo di bilancio delle tre Proposte di Legge, che in fase diventeranno un’unica legge e per l’attuazione delle nuove delibere, sia finanziato sia dal Fondo Non Autosufficienza, che in egual misura dal Fondo Sanitario Regionale.

Per i progetti di Vita Indipendente l’ISEE non deve essere richiesto.  Si fa presente che a nessun cittadino della nostra regione viene chiesto l’Isee per essere vestito, lavato, accompagnato in toilette, uscire e partecipare alla vita sociale, culturale, politica, ricreativa e religiosa mentre ai cittadini lombardi disabili attualmente è richiesto. Questa a nostro avviso è una discriminazione in quanto non siamo messi nelle medesime condizioni degli altri cittadini residenti in Lombardia.

Unificare Fondo non autosufficienza con bando Tangorra (del MLPS per la sperimentazione dei progetti di vita indipendente). In questo modo è possibile potenziare gli interventi e per sviluppare un vero diritto alla Vita Indipendente.

Unificare il Fondo Non Autosufficienza e il Fondo Sanitario

Superamento delle misure B1 e B2. La misura B1 viene attualmente concessa a “Persone al domicilio in condizione di dipendenza vitale”, mentre la misura B2 viene concessa a “Persone, di qualsiasi età, che evidenziano gravi limitazioni della capacità funzionale che compromettono significativamente la loro autosufficienza e autonomia personale nelle attività della vita quotidiana, di relazione e sociale.”. La misura B1 è discriminatoria perché legata a patologie e non al livello assistenziale.  Inoltre, a dispetto di quanto affermato nella delibera, anche quando le 2 misure vengono assegnate in funzione della vita indipendente, questo obiettivo non può essere raggiunto in quanto molto spesso chi beneficia della misura B1 secondo le ATS dovrebbe essere pressoché allettato, cioè non poter uscire di casa. infatti più di una volta la misura B1 è stata negata a persone che hanno potuto, magari fortunosamente, recarsi di persona a fare la domanda. È, questa, una negazione della vita indipendente, oltre che un’ulteriore forma di discriminazione tra persone con disabilità.

Noi proponiamo pertanto l’utilizzo dei livelli assistenziali in cui si determina un contributo in base ad un monte ore che non deve dipendere. I livelli proposti sono:

  1. a) classe A: necessità di aiuto per uscire di casa e andare nei luoghi ad accessibilità ridotta e/o necessità di aiuto per accedere all’informazione e alla cultura: fino a 14 ore settimanali di assistenza personale;
  2. b) classe B: necessità di cui alla classe A più necessità di aiuto per alcune esigenze inerenti la gestione della casa: da 15 a 28 ore settimanali di assistenza personale;
  3. c) classe C: necessità di cui alla classe B più necessità di aiuto per tutta la gestione della casa, per l’igiene personale e per cucinare: da 29 a 70 ore settimanali di assistenza personale;
  4. d) classe D: necessità di cui alla classe C più impossibilità di stare da solo/a durante il giorno: da 71 a 128 ore settimanali di assistenza personale;
  5. e) classe E: necessità di cui alla classe D più necessità di più interventi durante la notte: 168 ore settimanali di assistenza personale.

Sono inoltre istituite le classi D super e E super, che includono una maggiorazione fino a 21 ore settimanali di assistenza personale, per le situazioni in cui è necessaria la presenza di due assistenti personali contemporaneamente per lo svolgimento di alcune attività di assistenza all’avente diritto talmente faticose e/o pericolose da non poter essere effettuate da una sola persona.

Questo perché anche nella nostra regione inizi il processo di de-istituzionalizzazione secondo quanto richiesto dal programma 2010-2020 dell’Unione Europea sulla disabilità e dal Comitato Lombardo per la Vita Indipendente da oltre 15 anni.

Nonostante la ratifica della Convenzione ONU da parte dell’Italia del 2009 la nostra regione è ancora fuori legge sull’applicazione di un trattato Internazionale che estende i diritti umani alle persone con disabilità.

È opportuno che la nostra regione si adegui urgentemente ai trattati internazionali recuperando il tempo perduto trasformando l’inutile prosopopea dell’eccellenza Lombarda in giustizia, diritti e concretezza.

                                                                                                                                          Il legale rappresentante”

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