Le sottoscritte associazioni, preoccupate per il grande ritardo con cui la nostra Regione si appresta a emanare una norma che regolamenti e promuova su tutto il territorio i progetti personalizzati di Vita Indipendente, propongono i seguenti punti di riflessione sull’argomento e sollecitano un incontro per avviare l’iter di discussione in aula delle relative proposte di legge giacenti da molto tempo.
1:
Quando nei progetti di legge si fa riferimento al diritto alla Vita Indipendente delle persone con disabilità è importante precisare che essa si deve intendere come diritto per una persona con disabilità di qualsiasi origine e grado alla autodeterminazione della propria vita; ovvero il diritto di fare le proprie scelte e di avere una propria indipendenza.
Ciò significa, in caso di non autosufficienza, poter scegliere in autonomia, o con l’aiuto di un amministratore di sostegno, di vivere in una propria casa da soli oppure in coabitazione e piena indipendenza con altre persone, disabili e non, selezionando e formando i propri assistenti personali: è questo l’intervallo di opportunità entro il quale è possibile attuare le pari opportunità nell’organizzare la propria quotidianità e le proprie relazioni; nel progettare e costruire il proprio futuro.
2:
Il Comitato sui Diritti delle Persone con Disabilità dell’ONU, nell’agosto 2016 ha rilevato una pressoché totale inosservanza dei principi enunciati nella CRPD (Convention on Rights of Person with Disability), pur ratificata dallo stato Italiano.
L’articolo 8 delle Osservazioni Conclusive al primo rapporto dell’Italia dice:
Il Comitato raccomanda l’istituzione di un organo consultivo permanente che consulti in modo efficace e significativo le persone con disabilità attraverso le loro organizzazioni, nella realizzazione di tutte le leggi, le politiche e i programmi; che una vasta gamma di persone con disabilità che rifletta la diversità delle situazioni individuali, compresi l’età, il sesso, la fede, la razza, l’orientamento sessuale, lo stato di migrante e le diverse tipologie di deficit partecipino in modo significativo, inclusivo e accessibile al processo decisionale diretto, che influisce sulla vita delle persone con disabilità a tutti i livelli ed in tutti i settori dello Stato parte.
Chiediamo che venga istituita nella nostra Regione, per conseguire gli scopi dell’articolo 8 delle Osservazioni Conclusive al primo rapporto dell’Italia sullo stato di realizzazione della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità (CRPD), un’Agenzia Permanente con finalità consultiva comprendente rappresentanti di tutte le organizzazioni delle persone con disabilità, competente nelle materie del diritto alla Vita Indipendente; alla totale inclusione sociale; all’istruzione; al lavoro; e, sulla base del principio di uguaglianza, all’accesso alla vita culturale senza barriere. Detta agenzia dovrà essere composta prevalentemente di persone con disabilità.
La sua finalità sarà di monitorare e suggerire misure adeguate a raggiungere gli scopi della CRPD, suggerendo anche per tutti i Comuni del territorio regionale omogenee e coerenti prassi da adottare.
3:
Sulla base del principio di autodeterminazione chiediamo che, nell’attivare progetti di Vita Indipendente, si tenga conto delle seguenti nostre considerazioni in merito alla comparazione, tra residenze assistite e progetti di Vita Indipendente, dei costi per l’assistenza alle persone con disabilità non autosufficienti (SIDI 1 e 3):
Premessa A – I fondi cui attingono attualmente i progetti di Vita Indipendente vengono distribuiti dalla Regione agli Enti Locali, che li gestiscono attraverso i Piani di Zona ex legge 328/2000.
Molti cittadini con disabilità non riescono ad attivare progetti di Vita Indipendente, sia perché non conoscono questa opportunità sia perché vengono loro più frequentemente proposte soluzioni emarginanti e svilenti (RSD e casefamiglia principalmente, accompagnate da CDD per l’impiego del tempo in attività creative o ricreative e socializzanti).
Di conseguenza la quasi totalità delle persone con disabilità, in assenza della famiglia, è indotta a vivere in co-housing più o meno affollato e spersonalizzante.
Premessa B – La spesa per RSD è divisa in:
- Quota SANITARIA: a totale carico del Servizio Sanitario Regionale
Comprende i costi delle prestazioni e della assistenza sanitarie, in termini sia di personale dipendente sia di materiali di consumo.
- Quota ALBERGHIERA: generalmente a carico dell’interessato e/o dei familiari
Comprende i costi per l’erogazione dei servizi “alberghieri”, come:
- la ristorazione,
- le utenze, la lavanderia, le pulizie
- i costi di funzionamento e mantenimento delle strutture, come l’affitto e i servizi generali
- le imposte e il valore dei finanziamenti effettuati per investire nella struttura stessa.
In conclusione:
I costi medi evidenziati nelle tabelle fanno risaltare un risparmio medio di 10.000euro l’anno per ogni persona in caso di progetto di Vita Indipendente.
Nell’ipotesi di avviare nella nostra Regione 20.000 progetti di Vita Indipendente presso la propria residenza avremmo un risparmio medio, rispetto ai costi di una residenza assistita, di circa 200 milioni di euro ogni anno.
Comitato Lombardo Vita Indipendente 18 giugno 2017
AISA sezione Lombardia ONLUS 19 giugno 2017
Associazione Famiglie SMA ONLUS 21 giugno 2017
Comitato 16 Novembre ONLUS 3 luglio 2017
ASAMSI ONLUS 25 settembre 2017
Associazione Aldo Perini ONLUS 26 settembre 2017
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