III Commissione Sanità – Milano 1 aprile 2020
Claudio Cardinale interviene con queste parole:
“In questa audizione il Comitato Lombardo per la Vita Indipendente chiede alla III Commissione sanità di intervenire presso l’assessorato “Politiche sociali, abitative e disabilità” al fine di ottenere delle risposte alle comunicazioni inviate il 18 e 25 marzo.
Con la comunicazione del 18 marzo si chiede la sospensione temporanea della DGR 2862 del 16 febbraio 2020 per i seguenti motivi:
- I CAF sono chiusi in quanto non sono considerati attività essenziali.
- Non è possibile avere appuntamenti per le visite specialistiche che servono alla valutazione della gravità della disabilità.
- L’assistente sociale non può recarsi presso l’abitazione della persona disabile per ritirare la documentazione. Non tutte le persone disabili o chi li assiste sono in grado di inviare telematicamente tutta la documentazione prodotta. Si creerebbe una discriminazione tra chi è in grado di inviare documenti e chi no.
- L’equipe multidimensionale in questo momento non può riunirsi per una corretta valutazione multidimensionale.
Per questo periodo di emergenza COVID-19 si chiede;
- di erogare con la stessa modalità del 2019 la misura B1 fino a che l’emergenza non sarà conclusa
- di convocare una riunione tra assessorato e ANCI per continuare ad erogare la misura B2 con le stesse modalità del 2019, anche in questo caso fino a che l’emergenza non sia conclusa
Con la comunicazione del 25 marzo di segnalavamo possibili criticità che impattano sulla vita delle persone disabili che hanno scelto il loro domicilio come luogo per costruire la loro indipendenza. Nel caso in cui l’assistente una persona disabile grave o gravissima diventi positiva al COVID-19, secondo noi la Regione dovrebbe:
- fare tamponi alla persona disabile per riscontrare la positività al COVID-19
- inviare personale a domicilio della persona disabile.
In caso in cui la stessa persona disabile diventi positiva occorrerebbe :
- far alloggiare chi vive con lui in una struttura (es. hotel).
- che venga inviato personale a domicilio in aiuto alla persona disabile.
Per chi vive in RSA – RSD si propone di isolare il più possibile gli ospiti mettendo una persona per ogni stanza. Questo ridurrebbe di molto la possibilità di contagio. Si propone una misura regionale ad hoc per il ritorno a casa della persona disabile in modo che sia assistito da caregiver o badanti (es assegno di cura COVID-19).
Post emergenza COVID 19
La III commissione sanità dovrebbe riprendere in mano una DGR sulla Vita Indipendente. Poi dovrebbe seriamente pensare a un serio “ritorno a casa” (come accade in Sardegna) di persone ricoverate in RSA – RSD con strumenti idonei quali progetti di vita indipendente, assegno di cura e supporto medico a domicilio. In questo modo si eviterebbero assembramenti in strutture in cui il contagio è difficile evitarlo in quanto un’alta concentrazione di persone in un unico posto porterebbe ad altre morti.”